Una lezione contro i pregiudizi. Gli studenti del V Liceo alla presentazione di "Io, Capitano" di Garrone

Ci sono storie che è necessario raccontare e verità che i ragazzi devono conoscere, non importa se sui banchi di scuola, o altrove.

Martedì sera un gruppo di studenti del quinto anno del Liceo ha raccolto l'invito alla presentazione di "Io, Capitano," il nuovo film di Matteo Garrone, vincitore del Leone d’argento per la migliore regia alla Mostra del cinema di Venezia.

E dalle ultime file della sala Cimabue del Sacro Convento, gremita di cittadini, ha imparato un sacco di cose importanti. 

Che spesso i "migranti"  altri non sono che ragazzi, che, come loro, inseguono un sogno;

che lo sbarco per mare è solo l'ultima tappa di una moderna Odissea del dolore - per dirlo con le parole del regista -, fatta di addii sofferti e sensi di colpa, di inganni e torture fisiche, di resistenza alla fatica, al caldo, alla privazione del sonno, alla fame, alla compagnia della morte.

Che dietro uno scafista, a volte, c'è un ragazzo squattrinato, ingannato, manipolato, che crede di essere un capitano.

Che il cinema e l'arte in generale possono essere strumenti di consapevolezza, di denuncia delle ingiustizie della nostra civilissima comunità occidentale, di promozione del cambiamento.

E che il cambiamento parte proprio da loro, dai nostri ragazzi, che speriamo possano raddrizzare le storture della società che gli consegniamo.