Tra speranza e impegno: il viaggio nella scienza del Dott. Damiano Scopetti

2024.04 - Tra speranza e impegno_cop

«Nella vita non c’è nulla da temere, ma solo da capire. Ora é il momento di capire di piú per temere di meno» (M. Curie). È questo il concetto fondamentale che il ricercatore in ambito oncologico Damiano Scopetti, ex studente del nostro Liceo, ha espresso in un incontro finalizzato a orientare i ragazzi del terzo, quarto e quinto anno del Liceo Scientifico verso il loro futuro, accademico e lavorativo. Nello specifico, il Dott. Scopetti ha ribadito l’importanza dello studio e della ricerca scientifica, mettendone soprattutto in evidenza i recenti progressi. «Ovvio», ha segnalato agli studenti il Dott. Scopetti, «gli sviluppi in questo ambito non sono immediati e ci potranno volere giorni, mesi o addirittura anni, ma alla fine sono certo che si raggiungerà l’obiettivo»: ciò che è emerso dalle sue parole è stato proprio questo profondo senso di fiducia nella scienza e nel suo potenziale, quella stessa fiducia alla base della decisione del Dott. Scopetti di intraprendere la carriera medica a seguito della perdita di una persona a lui cara proprio a causa di una patologia oncologica.

 

  1.  In che modo frequentare questa scuola ha influenzato il suo percorso di studi?

“Questa scuola mi ha insegnato l’importanza di porsi le giuste domande perché, come ha detto  anche il Prof. Piccioni, è importante farsele ed è molto bello trovare le risposte. Personalmente, non ho trovato il giusto metodo di studio al Liceo, soprattutto perché in quel periodo avevo altri interessi che mi allontanavano dallo studio, primo fra tutti la musica, però consiglio a tutti gli studenti di cercarlo fin da subito.”

 

  1. Ha un modello di riferimento a cui si ispira?

“Entrando nell’ambito della medicina, ovviamente, si cerca di raggiungere le doti dei “grandi” in questo settore, specie dei vincitori dei premi Nobel. Tuttavia, se dovessi scegliere un modello a cui mi sono ispirato nell’arco della mia vita, sarebbe sicuramente Piero Angela. È stato per me una figura fondamentale fin da quando ero bambino: grazie al suo programma Superquark, di cui non mi perdevo un episodio, mi sono appassionato alle materie scientifiche.”

 

  1. Qual è stato il progetto di ricerca più interessante e stimolante a cui si è dedicato?

“In realtà, durante i primi tre anni di Università mi affascinava particolarmente l'argomento sulla senescenza cellulare che ho portato avanti durante il mio periodo in laboratorio e su cui ho discusso la mia tesi di Laurea: mi piacque moltissimo. Tuttavia, il progetto più interessante che ho portato avanti mi è assegnato dal Prof. Servillo, responsabile del laboratorio di Medicina dell’Università di Perugia ed è quello che ho esposto qui oggi. Onestamente, sembrerà buffo, ma il progetto all’inizio non mi affascinava: con il passare del tempo, però, mi sono reso conto che mi attirava molto più l’oncologia, ambito su cui mi sto attualmente concentrando.”

 

  1. Rimanendo in tema, nei progetti ha sempre avuto libertà di agire o le è stata limitata?

“Quando sono entrato in tesi mi è stato assegnato un tutor, la Dott.ssa Pieroni, che stava seguendo questo progetto sulla senescenza cellulare e quindi, da studente, mi ha indirizzato lei. Dopo di che, durante il dottorato, mi è stato assegnato un altro progetto a cui però ho potuto lavorare in modo autonomo. Pensandoci bene, la bellezza di questo lavoro è proprio questo metterci del proprio in ogni ricerca.”

 

  1. Quali sono le sue aspirazioni come ricercatore?

“Vorrei trovare un nuovo approccio, scoprendo nuove cose per cambiare la storia clinica del paziente. È ovvio che un ricercatore debba sapere che non sempre nell’arco della sua carriera arriverà alle conclusioni desiderate; ciononostante, essendo un membro della comunità scientifica, so che i miei risultati, anche se all’inizio possono sembrare piccoli e insignificanti, saranno poi l’innesco per la ricerca di qualcun altro.”

 

6. In ambito oncologico, cosa c’è da aspettarsi per il futuro prossimo? 

 “Ci sono da aspettarsi grandissimi passi avanti, perché quello che stiamo utilizzando noi oggi in ambito terapeutico è il prodotto di ricerche di base che sono state fatte circa quindici anni fa. Tuttavia, questo tempo, dalla ricerca di base all’applicazione terapeutica, si sta progressivamente riducendo grazie alle nuove tecnologie. Inoltre, anche i dati a sostegno di una determinata ricerca sono aumentati e dunque tra pochi anni avremo delle scoperte e delle ulteriori innovazioni che, ora come ora, sono impensabili.”

 

7. Cosa consiglia a un giovane che vuole percorrere una carriera come la sua?   

“Bisogna sicuramente partire col capire chi siamo e cosa ci piacerebbe fare perché, quando si deve scegliere la strada per il proprio futuro, si sta scegliendo un qualcosa che, nel bene o nel male, dovremo affrontare poi tutti i giorni della nostra vita.”

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2024.04 - Tra speranza e impegno.02

Beatrice Di Carlo

Ilenia Pimpinicchio

Manuel Coppola

Progetto Studenti Redattori