Poor Things!: la nostra recensione

“Povere Creature!”, l’ultimo film di Yorgos Lanthimos, tratto dall’omonimo romanzo di Alasdair Gray, ha portato a casa ben tre premi Oscar per trucco, costumi e scenografia, confermando il successo di pubblico riscosso in sala. Una quarta statuetta per la miglior attrice protagonista è stata vinta da Emma Stone per la sua magnifica interpretazione di Bella Baxter.

 

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Ma cosa rende così affascinante questo film?

 

Max McCandless: Ditemi, da dove viene Bella?

Dr. Godwin Baxter: Ve lo dirò, poiché è una storia a lieto fine.

 

La domanda è lecita, dato che Bella Baxter è una protagonista quanto mai insolita: all’apparenza donna, ma con capacità intellettive di un neonato, frutto dell’esperimento folle dello studioso Godwin Baxter, tipico scienziato alla Frankenstein.

Bella infatti ha già una vita alle spalle, che però ha deciso di interrompere drammaticamente con un suicidio, nonostante la gravidanza. Godwin ne trova il corpo e decide di "salvare" Bella, trapiantando nel suo cranio il cervello del feto che porta in grembo, straordinariamente ancora in vita .

Bella in poco tempo muove i suoi primi passi e formula i primi discorsi, scopre se stessa ed esplora l’ambiente casalingo in cui cresce reclusa sotto la supervisione di Max, un apprendista del dottore; finché, ad un certo punto, tutto ciò non le basta più. Bella si dimostra una creatura con una mente curiosa, insofferente all’imposizione di limiti; decide perciò di non ascoltare Godwin e di fuggire con l'intrigante avvocato Duncan Wedderburn per assaporare la libertà. 

Inizia così anche il viaggio degli spettatori, che seguono Bella Baxter abbandonare una Londra vittoriana in bianco e nero per muoversi alla scoperta del caleidoscopio di colori dell’Europa. La protagonista viene a contatto con lo sfarzo della mondanità, assaporandone ogni aspetto con l’ingenuità e la curiosità di un bambino, fa esperienza del marciume, dell’incoerenza umana e delle ingiustizie sociali, sfida i limiti e ne sopporta le conseguenze.

Il film è estremamente coinvolgente: i dialoghi concisi e spiritosi rendono incalzante una storia, che lascia lo spettatore in preda a mille dubbi esistenziali. La spregiudicatezza e la curiositá della protagonista, infatti, spronano lo spettatore a guardarsi dentro e intraprendere con lei il percorso di scoperta o riscoperta di sé stessi. Bella è un richiamo alla libertà di  svincolarsi da ciò che è limitante e di vivere a pieno.

Al tempo stesso, Bella si dimostra anche un personaggio alquanto discutibile, stravagante, a volte osceno. E quindi? É giusto limitare l’uomo o è meglio permettergli di esprimere tutte le sue perversioni e stranezze? Questa è solo una delle tante domande sollecitate dal film e a cui é difficile rispondere.

Tutte le scene sono sospese tra realtà e irrealtá, contribuendo a creare un'atmosfera estremamente suggestiva. Il mondo che Lanthimos porta in vita è deformato, curvato, surreale, eppure così veritiero nella sua crudeltà. Particolarmente riuscita, soprattutto a livello visivo, la scena in cui a Bella viene mostrato lo squallore in cui sono costretti a vivere i più poveri, sullo sfondo di un Alessandria divisa tra sfarzo e miseria. Bella scopre le ingiustizie sociali e ne sente l’impatto viscerale, tra incomprensione e sensi di colpa per la propria vita agiata. Colui che rivela a Bella il lato oscuro della realtà è Harry, un uomo cinico che la donna incontra in una delle tante tappe improvvisate del suo viaggio. Ottimo spunto di riflessione costituisce lo scontro ideologico tra il cinismo dell’uomo e lo spiccato sentimento di interesse e responsabilità umana di Bella. Come decidiamo di valutare la realtà e quale senso diamo alla nostra vita? È bene osservare con criticismo, distacco e rassegnazione una realtà e una società corrotta e irrecuperabile o interessarsi a trovare una soluzione ai problemi del mondo? Cos'è più giusto e perché?

 

“Povere creature!” offre allo spettatore la possibilità di compiere un viaggio introspettivo e di

ripercorrere con la razionalità di adulti la propria formazione sin dall’età infantile, guidati dall’animo bambinesco e curioso di Bella.

Non è solo una storia di riscatto femminista, ma una storia di riscatto umano, che invita ad

interessarsi a sé stessi, agli altri e non limitare i propri orizzonti.

Vittoria Torroni 3E

Progetto “Studenti redattori”